Oggetto:
Relazione finale del restauro riguardante il dipinto “S.Mauro benedicente gli infermi”
(Chiesa parrocchiale di S.Eufemia della Fonte in Brescia), attribuito a Pompeo Ghitti.
Dopo il trasferimento del dipinto in laboratorio, è stato possibile effettuare un più attento esame dello stato conservativo e degli interventi di restauro precedenti.
Si è innanzitutto constatato un intervento di foderatura di fattura non recente, che ha comportato alcune variazioni riguardo le fasi di restauro del progetto iniziale.
Si è proceduto alla rimozione dei sedimenti di natura untuosa e delle alterazioni biologiche (patine biancastre, aloni, gocce di cera e altri depositi), tramite detersione a tampone con tensioattivo a ph neutro e risciacquo con acqua demineralizzata.
Non si è reso necessario alcun utilizzo di solvente.
Dove necessario, si è proceduto al consolidamento della pellicola pittorica tramite iniezioni di resina acrilica (Plextol) diluita al 10% in acqua, trattando anche le microscaglie staccatesi dal supporto.
La fase successiva di velinatura è avvenuta nel modo consueto, con carta giapponese applicata con colla pasta vegetale diluita e stesa a pennello.
Il dipinto è stato schiodato dal telaio e posizionato su un supporto rigido per consentirne la sfoderatura. Questa delicata operazione è stata eseguita “a secco” data l’ inconsistenza del vecchio strato di colla pasta e la sensibilità della pellicola pittorica a fattori igroscopici.
Nel corso dell’ operazione, si è resa leggibile una datazione in numeri arabi tracciata a pennello con pigmentazione scura: 1669.
La scritta non essendo più visibile dopo il restauro, è stata documentata fotograficamente.
Le porzioni di supporto originale mancanti sono state integrate secondo la tecnica dell’ innesto. Gli inserti di tela sono stati ritagliati a misura e suturati con polvere poliammidica termoplastica.
La foderatura a colla pasta vegetale e patta semplice di lino, è avvenuta su telaio interinale estensibile in alluminio.
La pressione e la trazione esercitate nel corso della foderatura e col telaio, non hanno compromesso ne’ modificato le cuciture originali dei teli del supporto.
Successivamente la carta giapponese applicata alla pellicola pittorica è stata rimossa con acqua calda.
Il ritensionamento del dipinto sul telaio definitivo (a doppia traversa) è avvenuto tramite inchiodatura con chiodi in acciaio e l’ incollaggio dei bordi lungo la battuta dello stesso.
E’ seguita poi la stuccatura a pennello delle lacune, con stucco e gesso di Bologna in proporzioni uguali, diluiti in acqua.
La levigatura delle stuccature è avvenuta con bisturi e lame, seguita dalla preparazione a tempera, a imitazione della superficie della pellicola pittorica.
Si è resa necessaria una prima verniciatura (di tipo satinata) a pennello.
L’ integrazione pittorica con colori a vernice per il restauro (ad ossidazione immediata), ha previsto la stesura a tratteggio nelle lacune più estese. Inoltre sono stati ritoccati alcuni vecchi interventi pittorici (ad olio o caseina), risultati non sensibili alla tipologia di pulitura adottata. La loro presenza impediva una lettura corretta di alcuni dettagli dell’ opera.
Il restauro si è concluso con la verniciatura a spruzzo finale, che è stata mantenuta di tipo satinata.